Sicurezza alimentare in primo piano
Il cibo italiano è apprezzato in tutto il mondo per la sua bontà e per la qualità delle materie prime che in molti casi sono radicate nella storia dei territori. Le aziende italiane del settore hanno quindi un vantaggio competitivo che deriva dal valore aggiunto del “marchio” Made in Italy, oggi più che mai riconosciuto ed apprezzato nel mondo come sinonimo di qualità e sicurezza alimentare. Questa fama di cui gli operatori italiani del food godono, va alimentata e supportata da azioni pratiche che dimostrino come la sicurezza alimentare sia la priorità per tutta la filiera del settore.
Perchè certificarsi ?
Il fattore Qualità, sopratutto nel settore alimentare è sempre stato sia in Italia che in Europa un elemento strategico per rafforzare la competitività delle Imprese e per favorire una crescita dei consumi che potesse andare di pari passo con tutti gli aspetti che riguardano la salute e la sicurezza dei consumatori. Dopo gli scandali alimentari che hanno colpito il settore food negli ultimi decenni, il pollo alla diossina, il morbo della mucca pazza, l’influenza aviaria e suina, l’elenco potrebbe continuare a lungo. L’attenzione dell’opinione pubblica si è fatta via via più forte nei prodotti che i consumatori portano sulla tavola, da qui l’esigenza di istituire standard di sicurezza omogenei e riconosciuti internazionalmente che fissassero regole di “best practises” del settore.
BRC che cos’è?
L’acronimo BRC sta per British Retail Consortium, vale a dire il consorzio della GDO britannica. Lo standard tecnico che prende questo nome è il quello richiesto ai fornitori che vogliono entrare nel mercato GDO inglese. Il BRC si basa su standard di qualità che interessano l’HACCP, l’ambiente di lavoro e i controlli sul prodotto e processo.
I principali elementi sono:
- adozione delle buone pratiche di riferimento;
- adozione di un sistema HACCP;
- adozione di un sistema di gestione per la qualità documentato;
- controllo degli standard per gli ambienti di lavoro, per il prodotto, per il processo e per il personale;
- esistenza di appropriate specifiche per:
- materie prime (compresi i materiali di confezionamento),
- prodotto finito, prodotti intermedi/semilavorati (dove richiesto),
- monitoraggio dei fornitori,
- posizionamento del sito,
- l’accumulo, la raccolta e l’eliminazione del materiale di rifiuto,
- standard igienici e di organizzazione per il personale,
- controllo di processo
IFS che cos’è?
Lo Standard IFS (International Food Standard) ha lo scopo di favorire l’efficace selezione dei fornitori food a marchio della GDO, sulla base della loro capacità di fornire prodotti sicuri, conformi alle specifiche contrattuali e ai requisiti di legge.
Costituisce un modello riconosciuto sia in Europa che nel resto del Mondo.
Lo Standard IFS (International Food Standard) ha lo scopo di favorire l’efficace selezione dei fornitori food a marchio della GDO, sulla base della loro capacità di fornire prodotti sicuri, conformi alle specifiche contrattuali e ai requisiti di legge.
Costituisce un modello riconosciuto sia in Europa che nel resto del Mondo.
Chi deve certificarsi ?
Tutte le aziende del settore food che producono, trasformano ed entrano in contatto con gli alimenti.
Esiste poi un protocollo, EurepGap che invece interessa chi produce prodotti ortofrutticoli. Il protocollo, che definisce le “best practises” del settore, è stato creato dell’ Eurep ( Euro-Retailer Produce Working Group, ed unisce alcune tra le più importanti catene commerciali europee, al fine di rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza alimentare e di rispetto dell’ ambiente.
I vantaggi della certificazione
Pur essendo certificazioni volontarie consentono alle aziende di poter ampliare il ventaglio dei proprio clienti esteri e quindi rappresentano di fatto un requisito essenziale per affacciarsi all’export.
Noi di AAC Consulting abbiamo la possibilità di affiancare le aziende sino all’ottenimento della Certificazione e di creare con loro le migliori condizioni per lavorare in sicurezza e nel rispetto di tutte le norme qualitative richieste.
Chiedi l’intervento di un nostro consulente contattandoci il prima possibile.
Per ulteriori notizie Dossier Industria Agroalimentare, Capitale Intellettuale, Anno VII n 1 pag 12 -26.
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