Finanza ed impresa: è l’ora delle scelte

“A.F.C.” è l’acronimo di Amministrazione Finanza e Controllo – le tre anime cioè dell’area Finance in una azienda – e forse inconsapevolmente “A.F.C.” rappresenta la loro priorità all’interno di questa funzione; molte volte si sente dire “non si può fare a meno della amministrazione e ci occuperemo degli equilibri finanziari della società solo quando ci sarà la necessità; il controllo di gestione, poi, è “roba” per le multinazionali”.
Oggi è arrivato il momento delle scelte: anche le aziende di piccole-medie dimensioni non possono più permettersi il lusso di avere una funzione così strategica che non utilizza adeguatamente due dei suoi tre pilastri. La feroce concorrenza sui mercati, la prolungata crisi economica e la stretta creditizia hanno posto sempre più la necessità di affiancare l’imprenditore con figura esperta di riferimento, che garantisca la “governance” dell’area Finance e che sia attore e partner delle performance e non solo gestore “passivo” della contabilità.

Quindi si sente sempre più la necessità di potenziare le competenze strategiche e finanziarie attraverso:

• la realizzazione o il rafforzamento di un sistema informativo aziendale
• l’abitudine a utilizzare strumenti di analisi, previsione e reporting
• la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri punti di debolezza
• la possibilità di valutare la sostenibilità finanziaria prospettica dei propri piani di investimento
tutti elementi necessari per supportare adeguatamente le scelte imprenditoriali.

Per affrontare consapevolmente la crescente criticità della “gestione finanziaria” nel “mondo impresa”, le aziende dovrebbero

1. Individuare preventivamente l’impatto delle decisioni strategiche sulla “Finanza” e quindi indirettamente sul proprio rating: saper quindi valutare la sostenibilità ed i rischi di decisioni strategiche.
2. Programmare anticipatamente la necessità di risorse finanziarie: l’analisi andamentale (situazione del rapporto di fido, degli sconfinamenti, degli insoluti) deve assumere valenza non solo di “early warning” per l’identificazione delle posizioni “difficili” ma anche di rating complessivo, con possibili effetti sul prezzo del denaro.
3. Capire come la singola banca “vedrà” l’impresa: non essere passiva di fronte al sistema creditizio ma acquisire la capacità di interagire in modo informato e documentato con la banca sul proprio rating, facendo leva su questo per accedere al credito a condizioni più favorevoli. Per anni nelle imprese italiane l’area Finanza è stata relegata a semplice esecutrice di incassi e pagamenti e troppo spesso il fattore determinante per ottenere le linee di credito sono state le relazioni dell’imprenditore o del top management con la banca.

Le PMI devono quindi prepararsi a farsi vedere e farsi capire dalle banche e dai terzi, coinvolti a vario titolo: la richiesta e la frequenza di informazioni con l’ambiente esterno aumenterà progressivamente ed inesorabilmente. Contemporaneamente ad una maggiore sensibilità finanziaria, dovrà essere data estrema importanza alla struttura della governance, ad una qualificazione del proprio staff ed alla esistenza di sistemi di pianificazione e controllo adeguatamente implementati ed usati. Investire in servizi professionali e sistemi informativi, migliorare la qualità dei processi di pianificazione e controllo, formare i propri collaboratori: la scelta di rafforzare l’area Finanza sarà sempre più un’arma vincente e rappresenterà per l’impresa un investimento a ritorno immediato.
La competitività nel ventunesimo secolo si raggiungerà e manterrà non solo grazie alla qualità dei propri prodotti o servizi ma anche attraverso adeguate capacità manageriali in ambito economico e finanziario.
È arrivato il momento di scegliere ….